Webinar sulla Sindrome dello Stretto Toracico
17 Febbraio 2025 – Organizzato da Riabilitazione Shop
Introduzione al Webinar
Il webinar, moderato da Marco Musorrofiti ed Enricomaria Mattia, ha avuto come tema centrale la sindrome dello stretto toracico (TOS), una condizione complessa caratterizzata dalla compressione di nervi, arterie o vene nel passaggio tra clavicola e prima costa. L’ospite d’onore della serata è stato il dott. Francesco Inzirillo, chirurgo toracico presso l’ospedale di Sondalo, già noto per il suo contributo al Social Medical Awards 2024 e per il suo articolo pubblicato su Il Riabilitatore Magazine.
Parte 1: Diagnosi della Sindrome dello Stretto Toracico
Una patologia sottostimata
L’inizio del webinar ha messo in evidenza come la TOS sia una patologia spesso sottovalutata e mal diagnosticata. Secondo il dott. Enricomaria Mattia, fisiatra, molti pazienti con sintomi suggestivi di TOS ricevono diagnosi errate come discopatia cervicale o sindrome da conflitto della spalla, ritardando così un trattamento adeguato.
Le diverse forme di TOS
La sindrome dello stretto toracico può essere distinta in tre principali varianti:
- Neurogena (95% dei casi) → Compressione del plesso brachiale, con sintomi come dolore, parestesie e perdita di forza.
- Venosa → Riduzione del ritorno venoso, con edema e trombosi della vena succlavia.
- Arteriosa → Compressione dell’arteria succlavia, con ischemia dell’arto superiore.
Strumenti diagnostici fondamentali
Il dott. Mattia ha sottolineato l’importanza di una diagnosi differenziale accurata, che includa:
✔ Test clinici (Adson, Roos, Wright, Halstead) per valutare la compressione vascolare o nervosa.
✔ Ecodoppler dinamico per studiare il flusso sanguigno in posizioni provocatorie.
✔ Risonanza Magnetica (RM) del plesso brachiale per individuare anomalie strutturali.
✔ Angio-RM e arteriografia per identificare eventuali stenosi o occlusioni.
✔ Elettroneurografia (ENG) ed Elettromiografia (EMG) per valutare il coinvolgimento del plesso brachiale.
Parte 2: Approccio Chirurgico alla TOS – Intervento del dott. Francesco Inzirillo
Il dott. Francesco Inzirillo, esperto in chirurgia toracica, ha illustrato il ruolo dell’intervento chirurgico nel trattamento della TOS, sottolineando che la chirurgia rappresenta l’ultima risorsa, riservata ai casi in cui i trattamenti conservativi falliscono.
Anatomia coinvolta
Le strutture chiave della sindrome includono:
- Clavicola e prima costa, che delimitano lo spazio costo-clavicolare.
- Muscoli scaleni, che possono ipertrofizzarsi e comprimere le strutture vascolo-nervose.
- Arteria e vena succlavia, spesso coinvolte nelle forme vascolari.
- Plesso brachiale, il principale responsabile della TOS neurogena.
Quando intervenire chirurgicamente?
L’intervento viene considerato nei pazienti con:
✔ Sintomi neurogeni gravi e persistenti non risolti dalla fisioterapia.
✔ Trombosi venosa ricorrente della vena succlavia.
✔ Ischemia dell’arto superiore per compressione arteriosa.
Tecniche chirurgiche
Il dott. Inzirillo ha illustrato le principali tecniche utilizzate per la decompressione dello stretto toracico:
- Resezione della prima costa → Tecnica classica per liberare lo spazio toracico.
- Scalenectomia → Rimozione parziale dei muscoli scaleni per ridurre la compressione.
- Lisi di aderenze fibrose → Indicata nei casi post-traumatici o post-chirurgici.
- Trombectomia o bypass venoso/arterioso → Nei casi vascolari più complessi.
Vie di accesso chirurgico
- Accesso ascellare → Permette di raggiungere direttamente la prima costa.
- Accesso sovraclaveare → Preferibile per trattare le strutture vascolari e il plesso brachiale.
- Approccio toracoscopico e robotico → Tecnica mini-invasiva con minori complicanze.
Caso clinico presentato
Il dott. Inzirillo ha mostrato un video di un intervento chirurgico su un paziente con TOS venosa e trombosi della vena succlavia, trattato con resezione della prima costa e ricostruzione vascolare. Il caso ha evidenziato l’importanza della chirurgia nei pazienti che non rispondono alla terapia conservativa.
Parte 3: Discussione e Conclusioni
Perché la TOS è spesso diagnosticata in ritardo?
Secondo il dott. Inzirillo, le cause principali della mancata diagnosi sono:
- Scarsa conoscenza della patologia tra i medici di base e specialisti non esperti.
- Sovrapposizione con altre patologie cervicali o ortopediche.
- Sintomi inizialmente lievi e difficili da riconoscere.
Ruolo della fisioterapia e della prevenzione
- Modifiche posturali (es. miglioramento della posizione al computer).
- Stretching e rilascio miofasciale per ridurre la tensione nei muscoli scaleni e pettorale minore.
- Esercizi per il controllo scapolare, fondamentali negli sport overhead (nuoto, tennis, sollevamento pesi).
- Uso di tossina botulinica, che in alcuni casi può sostituire la chirurgia nel trattamento della TOS neurogena.
Interazione con il pubblico e prossimi appuntamenti
Durante la sessione di domande, si è discusso dell’importanza di una diagnosi precoce e dell’intervento multidisciplinare tra fisiatri, neurologi, chirurghi vascolari e toracici.
📅 Prossimi eventi → Il webinar si è concluso con l’annuncio di un nuovo incontro con Luigi Nicoletti e Philippe Caiazzo, dedicato al test di Nahmani e alle sue applicazioni in riabilitazione.
Conclusioni del Webinar
✔ La sindrome dello stretto toracico è una condizione spesso sottovalutata e mal diagnosticata.
✔ La diagnosi precoce si basa su test clinici e strumentali specifici.
✔ Il trattamento iniziale deve essere conservativo, con riabilitazione mirata e modifiche posturali.
✔ La chirurgia rappresenta l’ultima opzione, riservata ai casi più gravi.
✔ Un approccio multidisciplinare è essenziale per la gestione efficace di questa patologia.
Il webinar ha fornito un approfondimento completo sulla sindrome dello stretto toracico, coinvolgendo specialisti di alto livello e offrendo un’importante occasione di aggiornamento per i professionisti della riabilitazione.