Sindrome della cuffia dei rotatori
LA SINDROME DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
Prevenzione e cura in Fisioterapia e Riabilitazione
M. Musorrofiti – V. Gallarino
La fisioterapia della spalla nella sindrome della cuffia dei rotatori si è evoluta molto negli ultimi anni. La fisioterapia oggi permette di ridurre notevolmente il ricorso all’intervento chirurgico, grazie a tecniche riabilitative sempre più efficaci che permettono un pieno recupero dell’arto leso.
La spalla è una delle articolazioni più complesse del corpo umano. Ricordiamo che è composta da due articolazioni, la gleno-omerale e la acromion-claveare, che vengono stabilizzate da dei legamenti e da dei muscoli che permettono alla spalla di compiere dei movimenti nello spazio in una sincronia a dir poco perfetta! Entrando nello specifico la cuffia dei rotatori non è altro che un grosso tendine composto dall’unione di quattro muscoli: sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo. La funzione di questo tendine è quella di aiutare a sollevare e ruotare il braccio e di stabilizzare l’articolazione della spalla.
La prima precisazione che bisogna dire è che ci possono essere vari gradi di lesione e che la rottura di questo tendine può essere parziale o totale. L’atto riabilitativo è sicuramente più indicato nelle lesioni parziali.
Cosa mi può causare una sindrome della cuffia dei rotatori?
Principalmente sono due le cause che provocano questa patologia: la lesione diretta e la degenerazione da sovraccarico (movimenti ripetuti con carico o deformità ossee).
Che tipo di sintomatologia può dare?
Il primo sintomo riferito è il dolore notturno, soprattutto quando si dorme sul lato della spalla malata. Si ha inoltre dolore durante il movimento del braccio, soprattutto raggiungendo determinati gradi in abduzione ed elevazione. Infine si ha una notevole diminuzione della forza muscolare di tutto l’arto interessato.
Che tipo di esercizi sono indicati in una fase acuta?
In una fase acuta bisogna effettuare un lavoro nel pieno rispetto del dolore. Non bisogna “forzare” troppo l’articolazione ma bisogna indurre stimoli con energie fisiche evolute per cercare di ridurre l’infiammazione nei tessuti della spalla. Possono essere utilizzate terapie come la laserterapia, campi elettromagnetici, la tecar o diatermia.
E invece nella fase post-acuta?
In questa fase bisogna cercare di recuperare l’escursione articolare, la forza muscolare e la coordinazione del gesto motorio, andando a svolgere esercizi propriocettivi specifici.
Ci possono essere delle recidive?
Si, possono esserci, soprattutto se nella la prima fase acuta non si è affrontata una terapia adeguata o se la seconda fase di recupero e di mantenimento è stata affrettata o affrontata in modo sbagliato. Un corretto iter riabilitativo riduce di molto le probabilità che si ripresenti il dolore e la problematica.
Quando ricorrere alla chirurgia?
Quando l’approccio conservativo, superati diversi mesi, si dimostra inadeguato o insufficiente e se il danno muscolo-scheletrico è importante come nel caso di rottura tendinea completa.
Dott. Marco Musorrofiti – Fisioterapia e Riabilitazione Roma Prati- Via Crescenzio 107 Roma
Dott.ssa Viola Gallarino – Fisioterapia e Riabilitazione Roma Prati- Via Crescenzio 107 Roma