L’INSTABILITA’ DI SPALLA NEI GIOVANI ATLETI

Elena Silvestri, Giovanni Di Giacomo, Fabrizio Brindisino

L’instabilità di spalla rappresenta ancora oggi una delle patologie più frequenti nei giovani atleti. L’instabilità in sè intercetta un grande interesse scientifico ancora oggi, in virtù del fatto che siamo stati in grado negli anni di dare moltissime risposte a questa patologia, anche se numerosi sono ancora i punti grigi che mancano di adeguata sicurezza.

Una grande parte della popolazione è affetta da instabilità, soprattutto uomini e sotto i 40 anni, e l’approccio terapeutico più adeguato deve tenere in considerazione molteplici aspetti.

Il caso più spinoso riguarda sempre il così detto “primo episodio”, dove il giovane atleta (a volte anche giovanissimo) si trova a dover fare i conti con un danno strutturale -spesso traumatico- ma che ha le sue radici generalmente in una predisposizione capsulo-legamentosa, la famosa genetica, che rende alcuni soggetti più predisposti di altri ad incorrere in questo genere di patologia.

Quindi cosa fare? Ancora la letteratura ed i ricercatori si interrogano sul miglior approccio per il giovane paziente.
Il primo episodio è sempre critico perché si identifica in un pericoloso precedente che può facilitare il ripresentarsi di secondi, terzi e molteplici episodi anche con traumatologie/ fattori scatenanti nettamente meno importanti. Il dubbio del paziente (nonché spesso del genitore avendo un’incidenza nei giovanissimi) è sempre giustamente lo stesso: intervenire subito o aspettare?

Oggi la medicina ci regala delle linee guida come faro guida, degli SCORE (il GTIM Score di Giovanni di Giacomo, il più recente) che aiutano insieme alle tecniche di imaging ben condotta ad intercettare quei pazienti “a più alto rischio” che hanno bisogno di essere accompagnati in sala operatoria per evitare un probabile re-infortunio con conseguenze strutturali probabilmente sempre più critiche.

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