Denti e Postura : un connubio imprescindibile
di M. Musorrofiti e C. Visciano
Hai fatto degli interventi per migliorare i tuoi denti e poi hai notato ( o ti hanno fatto notare ) delle modifiche alla tua postura ? Ebbene si , oramai è scientificamente provato che la bocca non è un apparato a se stante ma interagisce con il resto della struttura corporea , colonna vertebrale in modo particolare .
Questo aspetto fa pare del concetto di tensegrità del corpo umano : la capacità di un sistema di stabilizzarsi meccanicamente tramite forze di tensione e di decompressione che si ripartiscono e si equilibrano fra loro. Compressioni e trazioni si equilibrano all’interno di un sistema vettoriale chiuso.
L’apparato stomatognatico e’ un sistema integrato le cui tre componenti: Complesso dento-parodontale, Articolazione Temporo-Mandibolare (A.T.M.) e Muscolatura masticatoria, sono in stretto rapporto influenzandosi reciprocamente.
La mandibola é solidarizzata al cranio tramite due articolazioni e ciò rende necessario che i muscoli masticatori siano simmetrici: 2 muscoli masseteri, 2 muscoli temporali, 2 muscoli pterigoidei esterni e 2 interni. E’ da evidenziare che tutti i muscoli vengono interessati in tutti i movimenti eseguiti dalla mandibola anche se in maniera diversa in funzione del movimento. Infatti soltanto durante l‘esecuzione del movimento di chiusura, sul piano sagittale, i due muscoli masseteri si contraggono simmetricamente.
I denti disallineati , o un disco articolare consumato/dislocato, possono alterare i movimenti della bocca , ed una mandibola che si “muove male” può a sua volta essere il primo problema di un effetto a catena di altri problemi alle nostre articolazioni.
Per esempio impedendo dei movimenti durante la rotazione del collo, o scatenando un’infiammazione tendinea che provoca dolore durante alcuni spostamenti, o causando l’affaticamento di muscoli che sono coinvolti anche in altri compiti; questo accade più facilmente nelle aree limitrofe all’articolazione temporomandibolare (collo e spalle), e queste ultime a loro volta possono causare limitazioni funzionali in distretti progressivamente più distanti.
A cosa serve il Bite ?
Bite è un termine diventato di uso comune per indicare una placca, normalmente in resina dura o morbida, da porre tra le due arcate dentarie, al fine di modificarne le relazioni spaziali reciproche, senza modificare in modo permanente i denti e la loro disposizione. Di regola non sostituisce denti mancanti, ma si aggiunge e si interpone tra quelli preesistenti. Da comparsa occasionale nella routine delle cure odontoiatriche del passato, è diventato sempre più in uso nella cura dei disturbi occlusali e posturali. Attualmente assume un ruolo fondamentale nelle diagnosi e terapia dei disturbi posturali dovuti a disfunzioni cranio-mandibolare. Assumendo come criterio il fondamentale comandamento del medico “primum non nocere” si preferisce assicurare il minor danno possibile alle componenti dentali, articolari e muscolari con l’uso di un bite al fine di favorire il riequilibro del sistema cranio-mandibolare e posturale; in seguito, se necessario e sulla base del nuovo equilibrio raggiunto, si potranno effettuare anche i lavori odontoiatrici definitivi (protesi, impianti, ecc.).
La nostra esperienza ci porta ad utilizzare spesso il bite durante e dopo la fase del trattamneto riabilitativo posturale . E’ ovvio che non bisogna far confluire tutto ai problemi occlusali, bisogna valutare bene se è idoneo intervenire con dei supporti e della fisioterapia specifica per non destabilizzare il paziente che a volte si trova in un equilibrio precario che va rispettato e supportato.
Possono servire i plantari in questi casi?
Alcune volte si. Andando a modificare la reazione suole-piede alcune volte possiamo compensare meglio disfunzioni posturali. E’ fondamentale fare degli esami specifici della postura tramite delle pedane stabilometriche e baropodometriche . Così come il bite si deve stare attenti a capire la causalità del problema ed intervenire per gradi evitando risposte inaspettate e deleterie per il paziente.
Allora è meglio non toccare i denti?
Assolutamente no . Se vi sono delle disfunzioni è bene cercare di correggerle , tenendo sempre sotto controllo il sistema corporeo del soggetto in esame ed intervenendo in sinergia con l’odontoiatra se si dovessero verificare delle disfunzioni .
Gli apparecchi dentali curano la scoliosi?
Possiamo dire che aiutano a curare gli atteggiamenti scoliotici se il problema primario deriva dalla bocca , aiutano a dare armonia e stabilità al soggetto, ma comunque deve essere sempre fatto un lavoro specifico riabilitativo posturale per evitare scompensi.
Cos’è quel click che sento quando apro la bocca ?
Perdurando le condizioni disfunzionali aumenterà l’azione compressiva del condilo su un “cuscinetto” che abbiamo tra i due condili che si chiama menisco. Il menisco già assottigliato nel suo bordo posteriore potrà subire un effetto “squeeze” da parte del condilo che lo sospingerà ancora più anteriormente fino alla dislocazione meniscale vera e propria o lussazione del disco. Non tutto il disco sarà dislocato anteriormente, ma generalmente solo il suo polo esterno. I sintomi reperibili sono quelli dell’incoordinazione condilo-meniscale. Sarà presente un click reciproco non coincidente che a differenza di quello da spiazzamento del menisco avrà una tonalità più decisa ed inoltre si potrà notare un tragitto irregolare della mandibola durante l’apertura con deviazione dal lato malato fino al momento del click e subito dopo uno brusco ritorno verso la linea mediana. Il click in chiusura è molto più lieve di quello in apertura ed è più vicino alla massima intercuspidazione. La prognosi del danno anatomico è tanto più grave quanto più ampia è la “forchetta” tra i due click, in particolare quanto è più tardivo il click in apertura tanto più difficile sarà difficile la ricattura terapeutica del menisco. E’ interessante notare che il click reciproco è presente anche durante i movimenti laterotrusivi e che la “forchetta” tra i due click è sempre più ampia di quella presente nel movimento di apertura-chiusura. Potrà essere presente dolore articolare soprattutto durante la masticazione per infiammazione del legamento retrodiscale.
La fisioterapia mi può aiutare ?
Assolutamente si! Tramite delle tecniche manipolative e posturali si possono migliorare le disfunzioni che si vengono a creare durante questo percorso curativo . Il fisioterapista e lo specialista della bocca dovranno lavorare in stretta sinergia .
Dott. Marco Musorrofiti
CORPO53 Firenze – Roma – Napoli
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Dott. Christianpasquale Visciano
Reparto di terapia manuale Università G.D’Annunzio Chieti
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