APPROCCIO DI OTTIMIZZAZIONE BIOPROGRESSIVA IN UN PAZIENTE AFFETTO DA ERNIA DEL DISCO

Raoul Saggini, Rosa Grazia Bellomo, Alessia Papi, Viola Gallarino, Marco Musorrofiti

ABSTRACT

Background: l’ernia del disco è una condizione patologica che consiste nella fuoriuscita, dalla sua sede naturale, del nucleo polposo contenuto nell’anulus fibroso.

Presentazione del caso: nel caso clinico selezionato il paziente di 38 anni presenta due ernie nelle sedi più comuni perché maggiormente sottoposte alle sollecitazioni (L4-L5, L5-S1).

Scopo: verrà presentata la modalità in cui viene svolta la diagnosi di ernia del disco, le terapie svolte dal team riabilitativo e gli effetti che hanno provocato.

Conclusioni: questo case report descrive una riabilitazione innovativa, incentrata sulla presa in carico del paziente in quanto tale e non solo sul sintomo riportato, sulla progressione e sull’individualizzazione del trattamento, considerando sempre l’unicità del paziente.

INTRODUZIONE

Per comprendere l’ernia discale, è essenziale definirla e identificare le cause che ne favoriscono l’insorgenza. L’ernia discale è una condizione patologica in cui il nucleo polposo del disco intervertebrale fuoriesce dalla sua sede naturale nell’anulus fibroso, potenzialmente comprimendo le strutture nervose circostanti. Le sollecitazioni esercitate sui dischi intervertebrali aumentano man mano che ci si avvicina al sacro, a causa del peso e della pressione esercitata dal corpo. Questo aumento delle forze meccaniche rende i dischi intervertebrali della regione lombare particolarmente suscettibili a lesioni e degenerazioni, causando discopatie ed eventuali instabilità. (1) Perdendo la sua componente acquosa, il disco intervertebrale diventa un “black disk”, si appiattisce e favorisce la fissurazione e la formazione di un’ernia. (2)
Clinicamente, l’ernia discale si manifesta soprattutto in soggetti di età giovanile e media, ma può verificarsi anche in età più avanzata. È particolarmente frequente a livello lombare (70-80%) a causa del carico che questa regione della colonna vertebrale deve sopportare,  che ne accelera l’usura. (3) L’ernia del disco a livello lombare è una delle cause più comuni di lombalgia (low back pain). Si stima che annualmente la prevalenza dell’ernia discale lombare sia tra l’1% e il 3% della popolazione di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Questo disturbo può comportare sintomi debilitanti come dolore, debolezza e perdita di funzionalità, influenzando significativamente la qualità della vita dei pazienti colpiti. (4)

PRESENTAZIONE DEL CASO CLINICO

Nel nostro caso studio, analizzeremo un paziente maschio caucasico di 38 anni, Carlo, con una lunga storia di dolore lombare. La valutazione di questo caso ci permetterà di comprendere meglio le cause del dolore e di sviluppare un piano di trattamento efficace.

INFORMAZIONI DEL PAZIENTE

Nome: Carlo.

Data di nascita: 01.03.1986

Professione: impiegato presso una multinazionale.

Orario di lavoro: full time, 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana.

Postura lavorativa: 7 ore in piedi durante la giornata lavorativa e complessivamente 10/12 ore in piedi quotidianamente.

ANAMNESI:

Il paziente non presenta alcuna problematica sistemica di alcun tipo. Riferisce di non essere fumatore, di non avere il diabete e di non soffrire di problematiche cardiovascolari. Ha svolto una normale attività sportiva durante l’adolescenza. Attualmente risulta normopeso. Soffre di crampi specialmente la notte.

STORIA CLINICA E SINTOMATOLOGIA

Il paziente ha una lunga storia di dolore lombare, con episodi inizialmente sporadici e gestibili. Prima del 2019, questi episodi si risolvevano facilmente con l’assunzione di farmaci antiinfiammatori e miorilassanti periferici. Nel 2019, il dolore è diventato persistente e continuo. Il paziente ha notato una significativa acutizzazione dei sintomi durante un episodio specifico: tenendo in braccio la figlia di un anno, ha avvertito una forte affaticamento lombare e agli arti inferiori, con difficoltà a mantenersi in piedi. Evento che ha segnato l’inizio di un periodo di dolore cronico, influenzando la qualità della vita. L’impatto psicologico del dolore cronico non deve essere sottovalutato. Il paziente ha riferito sentimenti di frustrazione e impotenza, che hanno influenzato il suo umore e il benessere emotivo. La continua lotta con il dolore ha anche comportato un aumento dello stress e dell’ansia. Questa storia clinica mette in evidenza la necessità di un approccio terapeutico integrato e personalizzato, che non solo affronti il sintomo del dolore, ma consideri anche gli effetti a lungo termine sulla qualità della vita e sul benessere psicologico del paziente.

INTERVENTI TERAPEUTICI PRECEDENTI:

Il paziente è stato visitato da un ortopedico nel 2019, il quale aveva consigliato un percorso fisioterapico posturale basato sul metodo Mezieres, da eseguire una volta a settimana per la durata di un anno, associato a terapia manuale e esercizio terapeutico. Inizialmente, il trattamento ha portato dei benefici, con una buona riduzione del dolore e un miglioramento della funzionalità motoria. Tuttavia, dopo l’interruzione del percorso al termine dell’anno prescritto, il dolore si è ripresentato sei mesi più tardi. A quel punto, il paziente ha ripreso il percorso fisioterapico per ulteriori sei mesi, ottenendo nuovamente sollievo dai sintomi e migliorando la propria condizione clinica.
RISONANZA MAGNETICA 7/23:
Nel Luglio 2023 a seguito di dolore acuto, il paziente svolge una risonanza magnetica che evidenziava due ernie del disco livello del rachide lombare, specificamente tra L4-L5 ed L5-S1. (foto 1)

FOTO 1

SINTOMATOLOGIA LUGLIO 2023

Il paziente, rientrando dalla spesa, avverte un dolore improvviso e acuto nella parte bassa della schiena descritto come “una coltellata”. Credendo che fosse un dolore passeggero, decide di riposare per un’ora sul letto. Durante la notte il dolore non si ripresenta. Il mattino seguente, il 3 luglio, compie un movimento di torsione e cade a terra incapace di sentire le gambe. Il fisiatra prescrive una terapia a base di cortisone per 6 giorni, mirata a ridurre il dolore acuto.

APPROCCIO DI OTTIMIZZAZIONE BIOPROGRESSIVA

Il paziente si è presentato alla nostra attenzione a Settembre 2023 lamentando la persistenza di un forte dolore lombare con irradiazione del dolore alla gamba destra fino al piede e difficoltà funzionali. Dopo una visita ortopedica-fisiatrica eseguita dal Prof. Raoul Saggini, è stata diagnosticata una sindrome biomeccanico-posturale in un paziente affetto da ernie del disco a livello L4-L5 e L5-S1. La diagnosi di sindrome biomeccanico-posturale è stata confermata tramite esami clinici e diagnostici strumentali, evidenziando la necessità di un intervento terapeutico mirato.

VALUTAZIONE CLINICA DEL PAZIENTE

Settembre 2023
Durante l’esame obiettivo, sono stati osservati i seguenti punti:

Postura
La postura di Carlo presenta evidenti alterazioni nei tre piani dello spazio, con un disallineamento occipito-sacrale e una rettilineizzazione marcata del tratto dorsale. Questo disallineamento può contribuire a una distribuzione anomala delle forze lungo la colonna vertebrale, aggravando ulteriormente il dolore lombare e le disfunzioni posturali.

Movimento
Il paziente mostra una flessibilità limitata nella zona lombare, con un aumento del dolore durante i movimenti di flessione e rotazione. Questi movimenti provocano un’esacerbazione dei sintomi, indicando una compressione nervosa e una restrizione nella mobilità vertebrale.

Palpazione
La palpazione della zona lombare rivela una significativa tensione muscolare e sensibilità al tocco. Questi segni sono indicativi di uno stato infiammatorio e di spasmo muscolare, che possono contribuire al dolore cronico e alla rigidità della colonna vertebrale.

Test Clinici
I test clinici eseguiti hanno dato risultati positivi, confermando ulteriormente la diagnosi di coinvolgimento nervoso e muscolare:

Segno di Delitala: Positivo a destra, suggerendo una possibile radicolopatia.

Test di Lasègue: Positivo a destra, indicando una tensione nervosa lungo il nervo sciatico.

Test di Slump: Positivo a destra, confermando una compressione nervosa e una limitazione nella mobilità neurale.

Totale assenza del riflesso patellare a destra.
VAS: dolore lombare a riposo 7, dolore durante il movimento 9.

E’ stato eseguito un esame podo-barometrico per la valutazione della reazione di vincolo suolo-piede. Le ernie discali a livello L4-L5 e L5-S1 sono state identificate come principali responsabili della sintomatologia dolorosa e delle difficoltà motorie del paziente, causate da un atteggiamento biomeccanico errato.

IL TRATTAMENTO BIOPROGRESSIVO

Per il trattamento delle ernie discali, per migliorare la funzionalità biomeccanica del paziente e la situazione di algia in atto, è stato attuato un approccio multimodale, articolato in diverse modalità:

1.Ozono Medicale periradicolare e paravertebrale

Prescrizione: n. 6 sedute di ozonoterapia, da eseguire una volta alla settimana.

Obiettivo: ridurre lo stato infiammatorio e il dolore, migliorare la circolazione sanguigna e promuovere la rigenerazione dei tessuti.

2. Terapia Posturale Microgravitaria Terrestre

Sistema Posturale Antigravitario Dinamico (SPAD)

Prescrizione: n. 20 sedute di SPAD.

Obiettivo: attuare una decompressione vertebrale calibrata associata ad una ottimizzazione posturale e ad un retraining del cammino con feedback visivo.

3. Vibrazioni Meccano-Sonore ad Onda Quadra con Sistema VISS

Prescrizione: n. 20 sedute di VISS.

Obiettivo: azione sul tono ed elasticità del trofismo muscolare. Rigenerazione delle cellule satelliti.

4. Campi Elettromagnetici

Prescrizione: n. 20 sedute di terapia con campi elettromagnetici.

Obiettivo: accelerare la rigenerazione dei tessuti stimolando la proliferazione e la differenziazione cellulare. In particolare, influenzando i fibroblasti, le cellule che sono cruciali nella formazione del tessuto connettivo e nella cicatrizzazione delle lesioni.

5. Terapia Manuale ed Esercizio Terapeutico

Terapia Manuale: tecniche di manipolazione per migliorare la mobilità articolare e ridurre lo stato di tensione muscolare.

Esercizio Terapeutico: esercizi specifici per rafforzare i muscoli e aumentare la flessibilità.

Frequenza del trattamento

Le terapie sono state inizialmente svolte con una frequenza di tre volte a settimana per intensificare il trattamento e promuovere un rapido miglioramento dei sintomi. Poi la frequenza delle sedute è stata ridotta a due e infine è stato svolto un mantenimento di una volta a settimana, per preservare i progressi ottenuti e consolidare i risultati terapeutici.

Risultati a Marzo 2024

L’approccio bioprogressivo ha permesso di avere :

•Assenza del dolore lombare e la sintomatologia associata.

•Una migliore funzionalità motoria e qualità della vita del paziente.

•Una significativa riduzione del volume delle ernie del disco

•Ripresa la funzionalità del riflesso patellare

RISONANZA MAGNETICA:

Marzo 2024, il paziente svolge una nuova risonanza magnetica che evidenzia la riduzione del volume delle ernie del disco lombari, specificamente tra L4-L5 ed L5-S1. (foto 2)

CONCLUSIONI

Il caso di questo paziente evidenzia l’importanza di un approccio integrato e personalizzato nella gestione delle ernie discali. Un trattamento efficace deve considerare non solo l’aspetto biomeccanico della patologia, ma anche il benessere psicologico e sociale del paziente. La combinazione di terapie avanzate, come l’ozonoterapia, i campi elettromagnetici e  le vibrazioni meccano-sonore, associate all’esercizio terapeutico in ambiente microgravitario, effettuato in presenza di una ottimizzazione dell’allineamento posturale mirato, offre una soluzione completa e olistica. Solo un approccio multidisciplinare e personalizzato può affrontare le complessità delle ernie discali. Attraverso un piano terapeutico integrato che combina terapie avanzate è possibile ottenere miglioramenti significativi nella condizione clinica e nella qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia debilitante.

BIBLIOGRAFIA:
(1) Aaron J Fields 1, Ellen C Liebenberg 1, Jeffrey C Lotz 2 Innervation of pathologies in the lumbar vertebral end plate and intervertebral disc . Spine J. 2014 Mar 1 14(3):513-21

(2) Takeshi Aikawa 1, Hiroshi Fujita, Shinichi Kanazono, Mitsuhiro Shibata, Yuki Yoshigae. Long-term neurologic outcome of hemilaminectomy and disk fenestration for treatment of dogs with thoracolumbar intervertebral disk herniation: 831 cases (2000-2007) J Am Vet Med Assoc. 2012 Dec 15;241(12):1617-26.

(3) Mustafa Filiz 1, Aysegul Cakmak, Emel Ozcan. The effectiveness of exercise programmes after lumbar disc surgery: a randomized controlled study. Clinical Trial Clin Rehabil . 2005 Jan;19(1):4-11.

(4) Raj M Amin, Nicholas S Andrade, Brian J Neuman. Lumbar Disc Herniation. Curr Rev Musculoskelet Med. 2017 Dec;10(4):507-516.

(5) Saggini R, Bellomo RG, Galati V, Iodice P.  La sindrome biomeccanico-posturale: approccio riabilitativo in ambiente microgravitario, risultati a medio termine; Europa Medicophysica, 2008 vol. 44 (S), ISSN: 1827-1804

(6) Saggini R, Bellomo R.G, Cancelli F. Rachialgia e approccio riabilitativo in allevio corporeo con sistema SPAD Europa Medicophysica, 2006  vol. 42 (suppl.1), p. 1119-1120, ISSN: 0014-2573

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