Addio punture, ecco il transdermico
Addio punture, ecco il transdermico
del dott. Marco Musorrofiti
Nei reparti di Medicina Fisica e Riabilitativa ci si trova di fronte tutti i giorni il sintomo dolore ed è doveroso cercare di sconfiggere le sue cause. La cura è per forza di cose sintomatica. Per raggiungere tale scopo si ricorre principalmente ai FANS, cioè i farmaci antinfiammatori non steroidei. Una categoria molto vasta che comprende formulazioni più o meno energiche. Tutte però con un grave rischio : incorrere in disturbi gastrici. Dai semplici bruciori di stomaco a sindromi piuttosto pesanti da sopportare. L’innovazione della terapia con sistemi transdermici agisce anch’essa eliminando il sintomo dolore, ma senza l’utilizzo di questi farmaci somministrati per via generale. La novità di queste nuove metodiche terapeutiche sta nel fatto che tale terapia permette di diffondere la sostanza farmacologica prestabilita soltanto in quella zona del corpo, in quei tessuti dove essa deve agire e dunque in quantità minima. In farmacologia è noto che una dose anche minima di farmaco condotta direttamente nel sito della patologia, esplica un’azione terapeutica superiore a quella che si otterrebbe somministrando lo stesso prodotto (ma a dosi ben maggiori) per via parenterale. Sembra un piccolo dettaglio eppure in tal modo si evitano tutti gli effetti collaterali più o meno sgradevoli dei farmaci e si ottiene un’azione – cioè una eliminazione del dolore – rapidissima.
Tutto ciò è stato accuratamente studiato e sperimentato all’università G. d’Annunzio di Chieti, nel reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa diretto dal prof. Raoul Saggini. L’ultima metodica presa in esame è stata quella pharmaelettroforetica. Questo tipo di terapia,permette una veicolazione transdermica attiva elettrocinetica nella quale i farmaci migrano sotto l’azione di un campo elettrico.
Per chi si occupa di riabilitazione poter veicolare farmaci anche ad alto peso molecolare con una somministrazione loco-regionale senza alcun tipo di effetto collaterale e senza invadere il circolo sistemico, è un surplus notevole nell’iter riabilitativo, che può fare la differenza e quindi permettere di raggiungere obbiettivi prefissati nel proprio progetto riabilitativo, oltre che ridurre il tempo necessario per tale scopo.
Ricordiamo che il compito del riabilitatore è di arrivare all’obbiettivo prefissato e di farlo il prima possibile. Con questa metodica non sarà più necessario eseguire la distinzione, come si faceva prima con la classica ionoforesi, di farmaci con polarità negativa o con polarità positiva, ma verranno inseriti tutti i farmaci in un unico contenitore contenente del gel, mescolando il tutto. Oltre a ciò, è di considerevole importanza il fattore di profondità cui si può far pervenire il farmaco. Portando la nostra esperienza di riabilitatori, molte volte bisogno scontrarsi con focolai infiammatori o fattori degenerativi a notevole profondità rispetto alla superficie cutanea. E’ questa una delle maggiori innovazioni di questo tipo di apparecchiatura rispetto alle precedenti: il farmaco penetra da 0,1 mm fino alla profondità di 10 cm.
Questo tipo di metodica viene utilizzato anche in medicina estetica andando a veicolare prodotti contro la cellulite, le rughe, smagliature , ecc.